• Museo Civico Villa Colloredo Mels

  • Villa Colloredo Mels è una maestosa e imponente villa nobiliare la cui parte più antica è di origine medievale, lo scalone è cinquecentesco mentre pitture settecentesche arricchiscono soffitti e volte. Prende il nome dalla famiglia friulana di proprietari terrieri, i Colloredo Mels, che ne entrano in possesso alla metà del ‘700. Dal 1998 è la sede del Museo Civico che si sviluppa su tre piani. Al piano nobile si trovano una sezione dedicata a Giacomo Leopardi e la Pinacoteca, a sua volta composta dalle sezioni medievale e rinascimentale. Al piano terra sono allestite una sezione
    archeologica, una storica e una moderna.

    La sezione leopardiana è ricca di libri, documenti, cimeli, opere d’arte che appartengono alla collezione del Comune di Recanati. Grazie alla donazione effettuata dall’editore Felice Le Monnier nel 1881, la Pinacoteca conserva i materiali preparatori all’edizione delle Opere complete di Leopardi avviata nel 1845 da Antonio Ranieri e anche la maschera funeraria di Leopardi. Sono esposti inoltre il Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, una prova di stampa dello Zibaldone, precedente alla prova che verrà ripubblicata su spinta di Carducci e ritratti di alcuni
    componenti della famiglia Leopardi: Monaldo, Giacomo, Pierfrancesco, Carlo, Paolina e Adelaide Antici. Questi ritratti sono stati donati al Comune di Recanati da Teresa Teja, vedova di Carlo Leopardi, nel 1898, e realizzati dal pittore anconetano Giovanni Gallucci intorno al 1860. Sono presenti inoltre numerose lettere di Leopardi, fra queste una molto commovente indirizzata al padre.

    La sezione medievale della Pinacoteca presenta una raccolta di opere comprese nei secoli XIII-XV. Fra queste spicca un affresco raffigurante l’Annunciazione che Olivuccio di Ciccarello ha dipinto per la Chiesa di Sant’Agostino. Altri artisti che impreziosiscono questa sezione sono: Giacomo di Nicola da Recanati, Pietro di Domenico da Montepulciano e Ludovico da Siena.

    La sezione rinascimentale della Pinacoteca custodisce quattro tra le più significative opere di Lorenzo Lotto: il Polittico di San Domenico (1506 – 1508), capolavoro giovanile, l’affascinante Trasfigurazione (1511 circa), il San Giacomo Maggiore (1512 – 1513) e l’Annunciazione (1533 – 1535). Nato a Venezia nel 1480, Lorenzo Lotto è riconosciuto dalla critica come uno dei più illustri rappresentanti del Rinascimento italiano. La sezione rinascimentale è arricchita anche dalla presenza di opere realizzate da Vincenzo Pagani (1490 – 1568), autore della Traslazione della Santa Casa di Loreto, Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio (1553 circa – 1626), autore della Presentazione di Gesù al tempio, Gregorio Pagani (1558 – 1605), del quale la Pinacoteca conserva la Madonna con il bambino in Trono e i Santi Nicola da Tolentino, Paolo, Nicolò e Agnese e Felice Damiani (1560 – 1608), autore di San Vito al circo massimo con San Modesto e Santa Crescenzia. L’arte del ‘600 e ‘700, infine, è testimoniata dalle opere dei pittori Giambattista Piazzetta e Pier Simone Fanelli e da sculture in terracotta provenienti dalla celebre scuola di fonditori recanatesi avviata dai Lombardi-Solari. Biagio Biagetti rappresenta invece l’arte a cavallo tra l’800 e il ‘900.

    La sezione archeologica permette di conoscere l’organizzazione delle comunità preistoriche che si sono insediate nel territorio recanatese a partire dal Neolitico superiore (IV millennio a.C.), che sono vissute in quest’area e che sono scomparse durante l’età del ferro.

    La sezione storica espone reperti che percorrono l’origine del territorio in epoca picena e romana, la piantina di Helvia Recina, antica colonia romana dalla quale sembra derivare il nome della città (Recinetum, Recanatum, Recanati), e la Bolla Aurea dell’imperatore Federico II di Svevia, concessa alla città al fine di costruire un porto esente da dazi, Porto Recanati, che ha permesso lo sviluppo commerciale della città. Sono presenti, inoltre, le monete della zecca recanatese concessa da Bonifacio IX nel 1393, gli Statuti della città, del 1405, richiesti da varie città e dagli stessi Priori di Firenze che hanno proclamato Recanati “Justissima Civitas”, e gli abiti dei Priori in seta e filo d’oro del XVI secolo.

    La sezione moderna, infine, è dedicata all’artista Rodolfo Ceccaroni (1891 – 1983), il quale ha lasciato alla città di Recanati una preziosa collezione di ceramiche che raccontano scene di vita quotidiana, mestieri, paesaggi per lo più marchigiani, persone di paese e festività religiose del suo tempo.

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